Nel corso della mia breve esperienza nella scuola, ho adoperato più volte un mezzo che reputo efficace e molto versatile, per questo vorrei proporvelo: il brainstorming. Questa mezzo nasce come strategia decisionale di gruppo per la risoluzione di problemi, credo sia opportuno adoperarlo nella scuola per far cogliere l’importanza della collaborazione e dello scambio di idee.
Brainstorming è un termine inglese composto dalle parole brain (cervello) e storming (tempesta) e significa letteralmente tempesta di cervelli. Questa espressione è entrata nell’uso comune per indicare una modalità di lavoro di gruppo in cui viene sfruttato il gioco creativo dell’associazione di idee: la finalità è fare emergere diverse possibili alternative in vista della soluzione di un problema.
Ogni persona del gruppo è stimolata a produrre in modo creativo quante più idee in una sessione di lavoro: ogni pensiero è registrato e poi discusso all’interno del gruppo e solo in un secondo tempo viene eseguita una cernita qualitativa delle idee.
A coniare questo termine fu, alla fine degli anni Trenta, il pubblicitario Alex F. Osborne che stabilì le quattro regole principali di questa tecnica di lavoro: nessuna critica alle idee degli altri, benvenuti tutti i capovolgimenti di idea, la quantità prima di tutto, lavoro di perfezionamento su ogni idea. (Da http://www.focus.it)
Ho utilizzato questa strategia didattica due volte, una con i bambini di 8 anni, l’altra con gli adolescenti di 12 ed in entrambi i casi i risultati sono stati molto significativi. I miei obiettivi in questa proposta didattica sono stati quelli di: far sviluppare l’immaginazione; permettere agli alunni di cogliere le sensazioni provate alla visione di un quadro; osservare l’opera d’arte e comprenderne il messaggio; elaborare creativamente produzioni personali e condividerle. Con gli adolescenti, in più, la meta finale era quella di giungere alla creazione di un logo che caratterizzasse loro in quanto gruppo. Per entrambi, ho scelto l’opera di H. Matisse: La Danza.
L’arte è molto generosa, a seconda del nostro scopo, del messaggio che vogliamo lanciare, della riflessione da affrontare, della tematica funzionale ai bisogni dei nostri fruitori, ci mette a disposizione un universo di capolavori!
Per far sì che un’attività risulti incisiva e che riusciamo ad ottenere i risultati desiderati, dobbiamo curare il contesto. L’ambiente in cui operiamo occupa una posizione importante, fondamentale, possiamo modificarlo nel modo più congeniale alle nostre esigenze e, soprattutto, a quelle dei nostri alunni!
- Per tutto questo, prima di avviare l’attività, ho messo un po’ di musica classica di sottofondo e disposto i banchi in questo modo:
Magari riuscissimo ad eliminare anche le sedie! Spesso rappresentano una costrizione, sulla sedia si è limitati a stare così come la sedia lo permette. Per osservare un’opera d’arte, sarebbe ancor più bello far portare agli alunni da casa dei teli, cuscini, disporli a terra e far sì che ciascuno occupi la posizione preferita.
- Lasciamo che i nostri alunni osservino l’opera di Matisse per qualche minuto, ascoltando musica e stando in silenzio.
- Dopo questo bel momento, a turno, ciascun alunno dovrà dire una parola, la prima che in quel momento gli passa per la mente. Ovviamente l’insegnante avrà anticipatamente spiegato cos’è il brainstorming e quali sono le sue regole. Ogni parola detta dagli alunni verrà scritta alla lavagna dall’insegnante/moderatore.
Ecco il risultato del brainstorming su “La Danza” sia dai bambini di 8 anni che da quelli di 12 :
E’ significativo quanto, sia i bambini che i ragazzi, abbiano colto il messaggio di Matisse, seppur nulla sia stato anticipato loro sull’opera. E’ possibile notare, attraverso un confronto tra le due immagini in alto, che la prima cosa percepita dai fruitori, ciò che arriva forte a loro (come alla maggior parte delle persone che osservano “La Danza”) è il senso di unione, qualcuno comprende anche il senso di movimento, la danza, poi, solo per gli adolescenti (perché, a differenza dei bambini, loro hanno la consapevolezza di ciò che provano) si passa alle emozioni, c’è chi prova tristezza, forse perché i volti dei protagonisti sono rivolti verso il basso, o forse perché spesso l’arte è come uno “specchio elastico” che rimanda indietro, accentuandoli, gli stati emotivi provati in quel momento. Forte è anche l’attenzione sul corpo dei soggetti rappresentati dall’artista.
- Dopo il brainstorming l’insegnante legge di getto, ad alta voce, le parole venute fuori, poi si passa alla riflessione di gruppo.
- Infine, libero sfogo alla creatività, ciascun alunno, guidato dalle emozioni provate e dalle riflessioni da esse scaturite, ha a disposizione un foglio, matite, pastelli, ecc. per realizzare qualcosa.
- L’ultimo momento è relativo alla spiegazione ed alla condivisione con tutto il gruppo di ciò che è stato creato.
Ecco alcune produzioni:
Grazie per l’attenzione, spero vi sia arrivata l’importanza di questo mezzo.
Se realizzate questa attività o ne prendete spunto per realizzarne altre, potete mostrarmi foto/risultati sulla mia pagina Facebook : https://www.facebook.com/tryourcreativity/
E’ bello condividere ed arricchirsi reciprocamente! Grazie!
Angela Orlando ☼