
DAD- video tutorial festa del papà

Creativi si diventa. Blog di un insegnante in gioco ☼
Sono un insegnante e questo blog nasce dall'idea che la creatività è una qualità che si sviluppa nel tempo. In esso presenterò molte delle cose che ho raccolto negli ultimi anni e alle quali ho dato vita: progetti, materiale didattico, pensieri e tutto ciò che mi vien da creare.
“La legalità non si insegna, si dimostra”.
Vero, ma “…solo coltivando fin da piccoli, e nei gesti più semplici, una sana cultura del rispetto delle regole si diventa adulti responsabili” (Achille Serra)
affrontare questa tematica con i nostri alunni li aiuterà a diventare cittadini più consapevoli, li sensibilizzerà e farà riflettere. Ma come fare quando gli alunni sono ancora troppo piccoli per un concetto così importante? Mai sottovalutarli! Con le giuste strategie possiamo avviarli alla conoscenza dei concetti più alti, ovviamente questa è una tematica che sarà ripresa e consolidata nel tempo, così come si fa per molti altri concetti, per le tabelline, l’analisi grammaticale, ecc.
Sembrerebbe una tematica banale da affrontare, come leggevo in un’intervista proprio ad Achille Serra:”Nessuna mamma e nessun papà responsabile, però, insegna ai figli a rubare oppure a infrangere il Codice della strada… «Non basta. Se, per esempio, di fronte all’ennesimo brutto voto il genitore dice: “Non preoccuparti, parlo io con l’insegnante” trasmette al figlio la convinzione che, per “farcela”, nella vita è lecito chiedere dei favori, trovare delle corsie preferenziali. Così valori e principi, come quello della meritocrazia, saltano. I genitori oggi, bisogna riconoscerlo, sono chiamati a un compito che, per come è cambiata la nostra società, è diventato davvero molto difficile: insegnare a distinguere quello che è giusto da quello che è sbagliato perché va contro gli interessi di tutti».
Ma torniamo al mondo dell’insegnamento e alle attività affrontate quest’anno con gli alunni di alcune classi prime.
Ad accorrere in nostro aiuto, come spesso capita nelle situazioni più complesse, arriva la narrazione! Essa è da sempre usata dall’essere umano. È uno strumento importante di interpretazione della realtà per interagire con il mondo sociale nel quale noi essere umani viviamo. È dunque un modo per comprendere tutto quanto ci circonda e per trasmetterlo agli altri, è uno strumento che attiva il processo di facilitazione del sapere.
Ecco perchè punto cardine di questa attività è stata la visione di una video-storia, già presente sulla piattaforma Youtube, al quale ho solo inserito la voce narrante di sottofondo perché, come ogni attività che progetto, essa viene pensata e costruita in maniera inclusiva, se avessi lasciato solo le scritte, non avrei preso in considerazione gli alunni con difficoltà di lettura.
Ecco il video con la storia del formicaio: https://www.youtube.com/watch?v=eR8eGIscd-U
SVILUPPO DELLE ATTIVITA’:
In questa prima fase si spiega agli alunni che affronteranno un discorso importante; si chiede loro se hanno mai udito la parola legalità , si parte da ciò che già conoscono in merito e per aiutarli bene a comprendere si propone un giochino: l’insegnate chiede agli alunni di cantare, senza dare alcuna indicazione; gli alunni faranno confusione , non si sentirà alcuna musica ma solo tanti rumori discordanti; l’insegnante allora chiede:“Cosa abbiamo sbagliato?” “Di cosa abbiamo bisogno?” si giunge insieme a comprendere che quando non ci sono regole, c’è solo una gran confusione!
Gli alunni guardano alla LIM almeno un paio di volte il video: https://www.youtube.com/watch?v=eR8eGIscd-U
Si discute tutti insieme in merito alla storia narrata nel video, dando libera espressione a ciò che ciascun alunno ha compreso, se necessario si utilizzano domande guidate.
Si ascoltano poi altre due canzoni:
–Anche nell’amicizia c’è bisogno di rispettare delle regole: https://www.youtube.com/watch?v=wUH5d18jxhM
-Rispettare le regole e gli altri talvolta non è facile, c’è bisogno di impegno e CORAGGIO:
A questo punto si chiede agli alunni di chiudere gli occhi per 5minuti ripensando a quanto detto ed ascoltato; una volta riaperti gli occhi ogni alunno dice la prima parola che gli viene in mente, uno per volta, dando la possibilità all’insegnante di scrivere le parole alla LIM
Ciascun alunno in questa fase finale, formalizzerà quanto compreso con un disegno libero ed una frase a piacere su delle nuvolette colorate, così da realizzare questo cartellone:
Buona Creazione!
Angela Orlando ☼
Così come esistono diversi tipi di intelligenza (come sperimenta H. Gardner nel suo “Formae Mentis”) esistono anche diversi tipi di memoria. Tra i principali troviamo:
-la memoria procedurale o implicita che riguarda sia i comportamenti appresi (come guidare, sciare, nuotare, ecc.), sia gli schemi legati alla struttura del carattere della persona che tendono a ripetersi nel tempo;
-la memoria semantica cioè quella fondata sugli elementi appresi una volta per tutte e quindi entrati in categorizzazioni fisse (la data della scoperta dell’America, quella di nascita di un autore famoso, ecc..);
-la memoria episodica o autobiografica rivolta alla conservazione di elementi unici ed irripetibili. È la memoria che coglie la specificità di un vissuto, il suo essere riconoscibile perché unico e fortemente emozionale: esempi di questa memoria possono essere la casa dei nonni, il profumo della propria madre, ecc..;
-la memoria iconica: è la memoria che consente di trattenere una certa quantità di informazioni di tipo visuale e/o spaziali che vanno a collocarsi nella memoria recente;
-memoria fotografica o visiva è quella che consente di conservare le impressioni visive (parole, linee, forme, colori, fisionomia di una persona incontrata una sola volta, ecc.). Chi dispone di sviluppata memoria fotografica per apprendere la lezione la scrive, o visualizza la pagina del libro;
-Memoria uditiva è legata al ricordo di sequenze sonore piuttosto che di timbri musicali e la memoria motoria che facilita la memorizzazione di sequenze motorie del corpo.
Inoltre, “La letteratura scientifica descrive tre fasi principali dei processi di elaborazione mnestica: la fase di codifica, la fase di ritenzione e la fase di recupero.
La Fase di codifica: si riferisce al modo in cui l’informazione viene inserita in un contesto di informazioni precedenti. Tale nuova informazione viene trasformata in un codice che la memoria riconosce. Il processo di codifica viene influenzato da diversi fattori, tra cui sia le caratteristiche dello stimolo che fattori emotivo-cognitivi-motivazionali del soggetto; la fase di ritenzione: il ricordo viene consolidato e stabilizzato in una condizione stabile e a lungo termine; e la fase di recupero: consiste nel recuperare l’informazione e il ricordo dalla memoria a lungo termine alla memoria di lavoro affinche’ venga utilizzata. …
L’intero processo di elaborazione mnestica nelle sue diverse fasi puo’ essere influenzato da diversi fattori attentivi e motivazionali, dalla profondita’ di elaborazione dello stimolo in fase di codifica, nonche’ dalla rilevanza emotiva dello stesso stimolo, e dall’umore e dallo stato emotivo del soggetto.”
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/tag/memoria/
Partire da queste consapevolezze è fondamentale quando ci troviamo di fronte ad un bambino con serie difficoltà di memoria e apprendimento.
Con questo articolo condivido con voi semplicemente ciò che di più importante e produttivo ho sperimentato durante la mia esperienza da insegnante di sostegno nel corso degli ultimi mesi, in particolare, con un alunno che fatica molto a trattenere nella sua memoria le informazioni, e ,per il quale sembrava impossibile (fino a prima di riuscire a sfruttare il suo punto di forza) l’associazione grafemo-fonema.
Vi ho parlato di punto di forza, ebbene si, in queste situazioni è fondamentale riuscire a trovarlo e partire da quello per realizzare una didattica ad hoc che innesca quella che io definisco una reazione a catena di apprendimenti successivi.
Punti di forza del mio G. sono sia la memoria iconica che quella visiva o fotografica, guardate che disegno (libero) meraviglioso della terra e della luna ha realizzato a soli 5 anni e mezzo i primi mesi di scuola:
Già allora intuii le sue doti da osservatore attentissimo e parlare di “difficoltà di memoria” di fronte ad un disegno simile e così dettagliato mi sembrò un paradosso, difficoltà di memoria okkei, ma rispetto a quale delle tante?
La memoria, come abbiamo scoperto, è strettamente connessa alle emozioni, infatti per insegnare bisogna “emozionare”, ciò favorisce l’acquisizione di informazioni. Non è un caso se, inoltre, il mio alunno G. ricorda in maniera più immediata le cose che lo hanno “colpito” o emozionato come quando per puro caso, introducendo la consonante P feci segno di dargli un pugno dicendo “PAM!” e lui di tutte le lettere affrontate fino a quel momento ricordava solo la P 😂 !
Ecco allora una serie di strategie ed attività volte a favorire l’acquisizione di informazioni e l’apprendimento, e non solo per gli alunni che hanno difficoltà! Un apprendimento, infatti, per essere significativo e lasciare tracce nella memoria ha bisogno di essere COSTRUITO seguendo varie attività che toccano i diversi tipi di memoria sopra descritti, perchè CIASCUN alunno ha un suo modo di apprendere e, come ognuno di noi, una tipologia di memoria più sviluppata delle altre!
Possiamo insegnare attraverso il gioco, il corpo ed il movimento attivando così la memoria motoria:
Disponete i numeri da 0 a 10 (ciascuno scritto su un foglio) sul pavimento della palestra; disponete poi, in fila, dei cerchi di due colori diversi uno davanti all’altro, per esempio 3 blu e 2 verdi, i bambini dovranno compiere dei saltelli in essi contando e addizionando 3+2 e prendendo dai numeri il risultato esatto.
Così come per le addizioni, possiamo far divertire i nostri alunni con le altre operazioni (la matematica i primi anni scolastici deve essere soprattutto azione), favorendo un apprendimento significativo, che RESTA.
Questo è il caso dell’idea di far realizzare produzioni grafiche da apporre in classe o sui singoli banchi dei nostri alunni o sulle pareti della nostra aula. L’idea per G. è stata quella di lasciare la linea dei numeri (per la sua difficoltà di associazione quantità-numero) e la scritta del suo nome sul banco (protetta dallo scotch trasparente posto sopra) , per poterle utilizzare quotidianamente e familiarizzare con questi simboli sempre più:
Emozionare in educazione è progettare attività che coinvolgano gli alunni perché in linea con i loro piaceri ed i loro interessi ed in questo non ci sono ricette perché ciascun alunno è unico, ma posso darvi una mano per quanto concerne la memoria musicale che non è solo legata alle comuni “canzoncine” ma anche alle filastrocche con le rime che hanno un ottimo riscontro nella memoria degli alunni. Tutti infatti ricordiamo la classica “30 giorni a Novembre con Aprile, Giugno e Settembre..” e chi ancora non ricorre ad essa per ricordarsi quanti giorni ha uno specifico mese! 😂 Ebbene, di esse possiamo fare un buon utilizzo quando si tratta di far memorizzare concetti semplici o complessi, a seconda dei casi. Vi ricordo, in relazione a questo, un mio recente articolo contenente la filastrocca delle vocali: LAPBOOK DELLE VOCALI
In questo caso andiamo a richiamare la memoria visiva. Possiamo divertirci a farlo in modo davvero creativo ed è grazie a questo metodo che finalmente il mio G. è riuscito a memorizzare tutte le lettere! Con mia incredibile sorpresa ora riusciamo a comporre un dettato e lavorare con le sillabe! Ecco perché ho imparato che un apprendimento in età evolutiva scatena reazioni a catena per quelli successivi!
L’idea non è stata quella del metodo Bortolato ovvero associare ad esempio l’immagine dell’altalena alla A (dato che nel caso di una grave difficoltà di associazione grafemo-fonema questa non funzionava) ma è stata quella di inserire prorpio l’altalena nella vocale A! Ecco le immagini che ho realizzato e che potete scaricare!
Questo metodo lo ha provato anche una mia collega ed amica che ha subito riscontrato l’efficacia con un suo alunno!
Grazie alle lettere realizzate in questo modo G. riesce a scrivere se io le detto
e riusciamo anche ad utilizzare le sillabe per comporre le parole!!!
Spero che questo articolo vi possa servire da spunto e fare tanto bene ai nostri cari cittadini del domani!
Se vi va, fatemi sapere com’è andata! Buona creazione!
Angela Orlando ☼
Ciao a tutti! In questo articolo vi presento quattro nuovi lavoretti pasquali! Dopo quelli dell’anno precedente che trovate cliccando sul seguente link:
Lavoretti per Pasqua, quattro idee utili e davvero carine!
mi sono divertita a realizzarne altri per voi, per colmare le ansie pre-pasquali 😂, e per i miei alunni che, all’unanimità, hanno scelto i coniglietti porta penne!
Di seguito vi indicherò materiale e procedimento!
MATERIALE
-6 Bastoncini di legno grandi;
-cartoncino verde e beige;
-colla a caldo o vinilica, forbici;
-pennarelli colorati;
-decorazioni floreali.
PROCEDIMENTO
-Posizionate i 6 bastoncini di legno in modo da formare un recinto ed incollateli;
-disegnate con la matita delle uova sul cartoncino beige e fate divertire i vostri alunni a decorarle con i pennarelli, poi ritagliatele:
-ricavate dal cartoncino verde un ciuffo di erba delle dimensioni del vostro recinto ed incollate;
-incollate anche le uova e le decorazioni floreali. Concludete con una scritta e del nastrino sul retro per fa sì che la decorazione si possa appendere 🙂
MATERIALE
-Calzini colorati per bambini;
-ovatta;
-occhi mobili;
-colla a caldo, pennarello indelebile misura S, forbici;
-cartoncino rosa e nastrino colorato.
PROCEDIMENTO
-Vi basterà far riempire il calzino di ovatta, chiudere il calzino “ripieno” a poco più della metà ed in alto con del nastrino;
-ritagliare la parte superiore del calzino a forma di orecchie;
-incollare occhi mobili, nasino a forma di cuoricino ricavato dal cartoncino rosa e disegnare una bocca con i baffi!
MATERIALE
-Rotoli di carta igienica cari e sacri a tutte le insegnanti! 😂
-cartoncini di colori tenui;
-cartoncino verde;
-occhi mobili, raffia, colla a caldo e forbici.
PROCEDIMENTO
-Incollate del cartoncino del colore tenue prescelto intorno al rotolo di carta igienica (volendo potete scegliere di dipingerlo);
-dal cartoncino dello stesso colore, ricavate un cerchio di dimensioni poco più superiori alla base del vostro rotolo, per realizzare il viso del vostro coniglietto;
-ricavate anche delle orecchie ed un nasino che i vostri alunni si divertiranno a decorare con pennelli, pennarelli, ritagli di carta o carta regalo con geometrie carine;
-assemblate il tutto, aggiungete gli occhi mobili e la raffia per simulare i baffi del coniglietto;
-infine ritagliate un rettangolo dal cartoncino verde che userete per apporlo come base (incollandolo con la colla a caldo) al vostro portapenne!
MATERIALE
-Cilindro di legno;
-piume gialle;
-tempera gialla e rosa;
-pennello, forbici, e colla a caldo;
-cartoncino o panno lenci arancione.
PROCEDIMENTO
-Per realizzare questo pulcino di tendenza vi basterà dipingere di giallo una faccia del cilindretto di legno;
-incollare le piume, realizzare gli occhi ed i puntini ed infine potete decidere se incollare al suo retro una calamita o del nastrino per farlo appendere!
BUON DIVERTIMENTO E BUONA CREAZIONE!
Angela ☼
Scrivo questo articolo con il cuore pieno di gioia perché non pensavo di riuscire a proporre, già in questo periodo dell’anno scolastico, la CAA ad una mia alunna.
Qando a Novembre ho scritto nel suo PEI che necessitava di comunicazione aumentativa alternativa… lo ammetto, non credevo che ce l’avremmo fatta ad introdurla entro quest’anno, ma ci speravo…
e l’amore, la speranza e l’impegno spesso compiono “miracoli” facendoci ritrovare di fronte a quelli che io definisco “miracoli educativi” , quelli che avvengono quando sull’onda del coinvolgimento entrano anche la famiglia ed i terapisti, ed improvvisamente si restituisce dignità all’essere umano, riconoscimento, valore.
“Con Comunicazione Aumentativa e Alternativa (detta anche CAA) si indica un insieme di conoscenze, tecniche, strategie e tecnologie atte a semplificare ed incrementare la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà ad usare i più comuni canali comunicativi, con particolare riguardo al linguaggio orale e alla scrittura.
Viene definita Aumentativa in quanto non si limita a sostituire o a proporre nuove modalità comunicative ma, analizzando le competenze del soggetto, indica strategie per incrementare le stesse (ad esempio le vocalizzazioni o il linguaggio verbale esistente, i gesti, nonché i segni). Viene definita Alternativa in quanto si avvale di strategie e tecniche diverse dal linguaggio parlato.
Tale “approccio” ha come obiettivo la creazione di opportunità di reale comunicazione e di effettivo coinvolgimento della persona; pertanto dev’essere flessibile e su misura della persona stessa.” da Wikipedia
Scrivo questo articolo perché credo che sia importante, avviare dolcemente e passo dopo passo gli alunni all’uso di questa tipologia di comunicazione, partendo proprio da qualcosa di concreto e a loro familiare.
Parlo di avvio alla CAA proprio per questo, quella che ho realizzato, rispetta esattamente i due criteri: “flessibilità” e “su misura della persona” , ho cercato di adoperare qualcosa di familiare alla mia alunna, di quotidiano.
Ho pensato, allora, di prendere il mio smartphone e scattare delle foto: la classe vuota; la classe con gli alunni; la palestra; la sua merenda; la sua mamma; il suo deambulatore, ecc… le ho modificate al pc rendendole più chiare, inserendo delle scritte belle grandi e le ho stampate e plastificate! Ecco un esempio del file creato per la stampa:
Devo dire che è stata un’esperienza ben riuscita! La mia alunna adora queste immagini, interagisce con esse, si diverte:
ed abbiamo organizzato questo pannello di cartone per raccontare la sua giornata scolastica e comporre semplici frasi:
Come tutti gli altri pannelli realizzati da me anche questo è fatto con cartone riciclato e ricoperto, ho utilizzato poi del semplice spago e delle mollettine! Ho preferito quelle con i numeri per far familiarizzare la mia alunna anche con essi!
Lo step successivo sarà quello di far utilizzare questo tipo di comunicazione anche a casa e sperare in un coinvolgimento ed una partecipazione di J. sempre maggiore!
Buon Lavoro e buona creazione!
Angela Orlando ☼
Durante questi giorni fatti di attese…di rabbia per ingiustizie subite, di lotte iniziate, giorni in cui mi chiedo chissà chi bambino/bambina ci sarà lì ad attendermi…decido di trasformare le mie emozioni in produttività!
Nasce uno strumento, un giochino, sognato da molto, per essere supporto iniziale ad una delle operazioni fondamentali: la moltiplicazione.
La mia idea nasce sulla scia della macchina per le addizioni, mi sono chiesta se si potesse realizzare anche uno strumento per un’operazione un po’ più complessa. Così è nato Simone: il cartone della moltiplicazione!
FINALITA’
La macchina delle moltiplicazioni può essere utilizzata sia inizialmente con tutti i bambini come primo approccio, favorendo la comprensione del senso di questa operazione, ma può essere utilizzata anche a sostegno di quei bambini con difficoltà di calcolo o altre temporanee esigenze.
Simone è geniale perché quando operiamo con lo zero lui fa opportunamente “sparire” il prodotto, è efficace perché conduce, grazie a semplici azioni, alla comprensione dell’addizione ripetuta e di ciò che sono gli schieramenti. In questo modo il bambino non li traccerà sul suo quaderno come un qualcosa di meccanico, ma si sarà appropriato del senso, avrà fatto suo un metodo, sarà più motivato nel suo operare e avrà posto un nuovo e sensato tassello nel percorso della costruzione della sua conoscenza.
COME REALIZZARLA…
MATERIALE:
-11 rotoli di carta igienica;
-un cartone della misura 60×40;
-scarti di cartone da riciclare;
-cartoncini colorati per ricoprire i rotoli (io ho utilizzato due colori diversi per numeri pari/dispari ed il nero per lo zero, elemento assorbente della moltiplicazione);
-colla a caldo, forbici, pennarello, gessetto;
-cartoncini, fogli glitter, panno lenci per le decorazioni (io ho ricreato occhi, bocca e mani);
-bottoni o palline di carta o pasta per moltiplicare;
-matita e gomma per cancellare.
PROCEDIMENTO
-Dapprima decorare i rotoli di carta igienica ricoprendoli con fogli di cartoncino colorati o dipingendoli e scrivendo i numeri da 0 a 10 (ATTENZIONE CHIUDERE IL ROTOLO DELLO ZERO ALL’ ESTREMITA’ IN BASSO COSI’ CIO’ CHE MOLTIPLICHEREMO PER ZERO DARA’ ZERO!);
-incollare una superficie di cartone spesso dietro il cartone che fa da base alla nostra macchina e sulla sua superficie incollare i rotoli da 0 a 10 decorati precedentemente;
-decorare la macchina donandole un aspetto più familiare e simpatico. Ritagliare ed incollare gli occhi, la bocca e due lunghe braccia con mani per accogliere!
Per capire come funziona video su Youtube
ANGELA ORLANDO ☼
Inizio questo articolo affermando che molto spesso, i bambini che si comportano peggio, sono quelli che hanno bisogno di più amore
Sin dal raggiungimento dell’età adulta mi sono sempre lasciata condurre, come un pulviscolo al vento. Ho colto le occasioni che mi “capitavano” per caso, o per destino o altro…non mi sono mai tirata “indietro” affrontando con curiosità, gioia, talvolta paura, molto spesso coraggio le strade che mi si sono aperte dinanzi. Posso dire che fino ad oggi non me ne sono pentita perché ho sempre imparato qualcosa, per quanto sia stata dura, per quanto mi sia “consumata” nel farlo, ho sempre portato qualcosa “a casa” e per casa intendo la mia persona, il mio essere, ciò che sono oggi, nel mio qui ed ora.
Scrivo questo articolo reduce di un’ulteriore esperienza dalla quale non mi sono sottratta. Una supplenza, la prima, molto breve, in un contesto “assai” difficile, con bambini seguiti dalla stessa insegnante per quasi 2 anni.
Mi sono sentita letteralmente catapultata in un buco nero…ma quanto sono belli i buchi neri! Quelli dove è tutto da scoprire, fino all’ultimo giorno, quando impari ancora e ti accorgi che non ti è bastato, potevi scoprire di più, dare ancora di più. Non importano le notti insonni, quelle trascorse a chiederti “Cosa posso fare??” “Ci dev’essere un metodo!” “Ora provo questa strada…o forse meglio l’altra, o la devo inventare…ah! Ci sono! Farò così” Non importa la stanchezza, quella spazzata via ad ogni ingresso in classe, ad ogni sguardo perso o innamorato, vivo, o da accendere.
Ottenere la fiducia ed il rispetto da bambini traditi, molto spesso, proprio da chi doveva averne cura, era qualcosa che già avevo sperimentato da educatrice (ancora una volta inesperta) ma ai tempi supportata da un’ equipe indimenticabile di “specialisti” o meglio, di portatori sani d’amore vero, quello gratuito…questa volta però, in classe ero sola, ogni decisione, ogni gesto, sguardo, parola, pesava su di me e su dei bambini unici, eccezionali.
Ottenere il rispetto e l’ascolto dicevo, non snaturando la tua persona, non cedendo alla tentazione di strade più semplici, è stata molto dura. Ma in questi pochi giorni più che mai ho scelto.
Ho scelto di non pensare al poco tempo che avevo. Cos’è il tempo? Qualcuno dice che non va misurato in ore e minuti, ma in trasformazioni, ci ho voluto credere e da quel momento, non ho più pensato al tempo e mi sono concentrata solo sul da farsi.
Ho scelto di essere persona autorevole e non autoritaria, che si fa ascoltare non perché “Io sono la maestra e sono superiore” ma perché rispetta lei in primis, ascolta, osserva, dialoga, si impegna, c’è. Avrei voluto più giorni solo perché le prime volte non è andata molto bene. Per far capire tutto questo occorre tempo, per instaurare una relazione educativa c’è bisogno di costanza, soprattutto in questi contesti. E nonostante tutto, ad un certo punto, una relazione si è creata.
Ho scelto, poi, anche un’altra strada difficile, quella di provare a svegliare la curiosità e non il “dovete fare perché comando io” dei miei alunni “a brevissimo termine”, ho scelto di aiutarli a COMPRENDERE IL SENSO delle cose, sostituendolo al “si fa così punto!”, attraverso dimostrazioni, pratica, azione e movimento. Anche questo è stato molto faticoso.
Ho capito ancora di più che non può esserci insegnamento senza educazione.
Ho utilizzato la Token Economy (strategia che spiegherò per bene in un articolo futuro) e quanto la ringrazio! Ringrazio la Token e chi mi ha insegnato a sperimentarla, essa sortisce un effetto particolarmente efficace in questi contesti e non solo, grazie a regole condivise e da rispettare per stare insieme ed imparare. L’efficacia di questa tecnica me l’ha dimostrata un’alunna che, mediando in un litigio verbale tra due bambini dice:”Uè statev zitt! (tacete) La violenza genera altra violenza!”
Ho scelto anche il gioco, è stata dura perché avevo a che fare con bambini tragicamente più maturi dei loro 7 anni, ma ci ho provato, ho cercato di restituir loro l’infanzia negata e sono stata ripagata dai loro occhi, quando si accendevano al suono delle parole:“Adesso facciamo un gioco!”
A tal proposito e per concludere, vorrei raccontarvi di un bambino, Salvatore, presentatosi a me come “Sasà!. In realtà vorrei raccontarvi di ciascuno di loro, perché tutti mi hanno insegnato qualcosa ma scelgo Salvatore in rappresentanza di tutti.
Sasà non riesce a scrivere perché a scuola in due anni ci sarà andato troppe poche volte, non conoscendo nulla di loro (perché come dicevo sono stata “catapultata”), inizialmente tutto ciò non lo sapevo, al mio:“Facciamo un dettato” il bambino si opponeva con aggressività e tentava di abbandonare l’aula a testa bassa. Sasà si comportava in tal modo perché non era alla portata del compito e non perché bambino cattivo. Quando abbiamo “giocato”, invece, Sasà era il primo ad alzare la mano e succedeva un piccolo miracolo, riusciva anche a leggere! Si, perché i miei giochi erano molto semplici, basati su scritte sopra dei foglietti. Per l’inglese, io mostravo un pennarello ad esempio di colore giallo e loro dovevano pescare la scritta YELLOW.
Per le tabelline, invece mostravo un numero, ad esempio 24 e loro dovevano dirmi 6×4.
Vi dirò di più, Sasà in questi giochi rispettava anche le regole, i turni di parola e mi mostrava la sua incredibile intelligenza, finalmente si sentiva come gli altri, parte di un gruppo con gli stessi mezzi.
Sasà è venuto a scuola tutti i giorni in cui ci sono stata. Questo è valso tutti i miei sforzi.
Da questa esperienza ne esco più forte, professionalmente è stata una delle più dure e mi ha messo continuamente alla prova, ringrazio tutte quelle persone che mi hanno dato la forza di perseverare nonostante le difficoltà e le mie paure, quelli che anche solo con una parola mi hanno dimostrato la loro vicinanza. Ai miei alunni di questi 10 giorni dico:
“Ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi…Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire.” Stephen Hawking
Angela Orlando ☼
Essere felici non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Papa Francesco
Negli ultimi tempi mi è capitato di guardare un video e, ascoltando diversi coetanei, riflettendo sulla mia esperienza, ho messo insieme alcune idee come un puzzle giungendo a diverse riflessioni che hanno interrogato la mia persona ed il mio essere educatrice ed insegnante.
Il video è questo: video
In esso si invita i genitori a porre l’attenzione sui progressi anziché sugli errori dei propri figli, proponendo il metodo della “penna verde” (evidenziare i progressi) ed eliminando quello della “penna rossa” (evidenziare gli errori). Questo fa sì che un bambino cresca in fiducia e sostegno, venga spronato a perseverare nel dare il meglio di sé, a fare di più.
Ho ripensato a questo video in un momento particolare, ero in difficoltà e faticavo a ricordarmi che quella prova che non riuscivo ad affrontare l’avevo in realtà superata più volte, ma in quel momento, ricordavo soltanto le circostanze in cui non ce l’avevo fatta, davanti ai miei occhi apparivano solo i miei fallimenti. Da cosa dipendeva questo? Spesso, gli insuccessi fanno più “rumore” dei successi, lasciano il segno in modo più evidente nella nostra mente. Chissà perché? Forse perché siamo stati educati con il metodo della penna rossa? Forse perché ci hanno abituato a porre l’attenzione sui nostri errori e non sui passi avanti? Forse le nostre insicurezze di bambini si ripercuotono nella nostra esperienza di adulti e non riusciamo a scorgerle, non riusciamo a tranquillizzare quel bambino che è in noi dicendogli:”Stai andando bene, continua così!”, continuiamo a dirgli, invece che è sbagliato, che ha sbagliato, ha commesso un errore, che magari ha fatto una figuraccia… Ma cos’è un errore?
“Nella vita c’è solo una cosa certa, a parte la morte e le tasse. Non importa quanto ci provi, non importa quanto buone siano le tue intenzioni: finirai col commettere degli errori…” Shonda Rhimes
Un errore è l’allontanamento dai principi logici, dalle cognizioni o dalle regole comunemente accettate. E’ un qualcosa di socialmente costruito l’errore, un costrutto sociale ma anche molto utile. Uno sbaglio è come una guida, serve a far crescere, a comprendere, “aggiustare” il tiro, ritornare in gioco seguendo una strada diversa, forse migliore, lungo la quale magari sbagliare ancora, imparare e ricambiar rotta.
Gli errori però non si condannano, anzi, forse gli errori si, ma le persone no, le persone si incoraggiano, si supportano, si motivano a fare meglio. Mai scoraggiare qualcuno che sta facendo progressi. Come sempre allora e non vorrei essere banale, la verità sta nel mezzo, è bene che le figure educative adottino il metodo della “penna verde” laddove già si scorge un bambino insicuro, con una bassa stima di sé, è bene sottolineare ciò che di buono sta facendo, spronarlo a continuare in quella direzione. Non è bene però, a mio parere, rinnegare gli sbagli, far finta di non vedere, eliminare totalmente il metodo della “penna rossa”. Ciò che conta è non giudicare la persona, non condannarla per l’errore commesso affermando “Sei sempre disordinato!” “Scrivi male!” “Sei un disastro!” ma adottare uno stile diverso, spostare l’attenzione dal soggetto all’azione, trasformare il “Sei..” in “Il tuo quaderno è in disordine” “Ho difficoltà a leggere ciò che hai scritto, potresti renderlo più chiaro?”.
Altra cosa fondamentale ma che molto spesso sento, perché fatti in modo inconsapevole, sono i confronti. Ogni bambino è unico, perché paragonarlo ad altri? “Se l’adulto di cui mi fido mi paragona, vuol dire che non basto, che non sono all’altezza” Questo è desolante per un bambino, lede la sua autostima, lo fa sentire meno amato e probabilmente si confronterà già da piccolo con un sentimento poco sano, l’invidia verso l’altro.
Tutto questo è difficile, è molto difficile perché non siamo stati abituati a tale stile educativo ed, inoltre, continuiamo ad essere immersi in contesti in cui il giudizio e l’invidia sono alla portata di tutti, giudichiamo e condanniamo con le parole, spesso addirittura diamo sentenze perdendoci una parte fondamentale dell’altro: l’incontro con lui, la sua conoscenza.
E’ faticoso essere figure educative anche perché dovremmo apprendere l’arte della delicatezza, del dare valore alle parole, dosarle con attenzione per non ferire i nobili sentimenti e gli immani sforzi che un bambino fa per imparare a stare al mondo, per adattarsi e crescere.
Tra genitori, insegnanti, nonni, specialisti, ciascuno con la sua diversa ideologia educativa i nostri bambini sono sempre più confusi, è necessario lavorare per creare alleanze educative, seguire una linea comune e dialogare, non opponendosi a quanto fatto o detto da una delle su’ citate figure, magari anche davanti ai bambini, è devastante per la loro crescita e nei confronti della loro maturità.
Infine, a tutti quegli insegnanti in conflitto con una delle imprese a mio parere più ardue, quella della valutazione, vorrei dire che molto spesso, dovremmo soffermarci di più sugli sforzi e non solo sui risultati. Ciò che conta non è tanto il risultato raggiunto ma è il percorso affrontato nel raggiungerlo, sono gli ostacoli incontrati e la forza messa in campo per affrontarli che dobbiamo valutare. Attenzione, valutare, non giudicare.
ANGELA ORLANDO ☼
Nel corso della mia breve esperienza nella scuola, ho adoperato più volte un mezzo che reputo efficace e molto versatile, per questo vorrei proporvelo: il brainstorming. Questa mezzo nasce come strategia decisionale di gruppo per la risoluzione di problemi, credo sia opportuno adoperarlo nella scuola per far cogliere l’importanza della collaborazione e dello scambio di idee.
Brainstorming è un termine inglese composto dalle parole brain (cervello) e storming (tempesta) e significa letteralmente tempesta di cervelli. Questa espressione è entrata nell’uso comune per indicare una modalità di lavoro di gruppo in cui viene sfruttato il gioco creativo dell’associazione di idee: la finalità è fare emergere diverse possibili alternative in vista della soluzione di un problema.
Ogni persona del gruppo è stimolata a produrre in modo creativo quante più idee in una sessione di lavoro: ogni pensiero è registrato e poi discusso all’interno del gruppo e solo in un secondo tempo viene eseguita una cernita qualitativa delle idee.
A coniare questo termine fu, alla fine degli anni Trenta, il pubblicitario Alex F. Osborne che stabilì le quattro regole principali di questa tecnica di lavoro: nessuna critica alle idee degli altri, benvenuti tutti i capovolgimenti di idea, la quantità prima di tutto, lavoro di perfezionamento su ogni idea. (Da http://www.focus.it)
Ho utilizzato questa strategia didattica due volte, una con i bambini di 8 anni, l’altra con gli adolescenti di 12 ed in entrambi i casi i risultati sono stati molto significativi. I miei obiettivi in questa proposta didattica sono stati quelli di: far sviluppare l’immaginazione; permettere agli alunni di cogliere le sensazioni provate alla visione di un quadro; osservare l’opera d’arte e comprenderne il messaggio; elaborare creativamente produzioni personali e condividerle. Con gli adolescenti, in più, la meta finale era quella di giungere alla creazione di un logo che caratterizzasse loro in quanto gruppo. Per entrambi, ho scelto l’opera di H. Matisse: La Danza.
L’arte è molto generosa, a seconda del nostro scopo, del messaggio che vogliamo lanciare, della riflessione da affrontare, della tematica funzionale ai bisogni dei nostri fruitori, ci mette a disposizione un universo di capolavori!
Per far sì che un’attività risulti incisiva e che riusciamo ad ottenere i risultati desiderati, dobbiamo curare il contesto. L’ambiente in cui operiamo occupa una posizione importante, fondamentale, possiamo modificarlo nel modo più congeniale alle nostre esigenze e, soprattutto, a quelle dei nostri alunni!
Magari riuscissimo ad eliminare anche le sedie! Spesso rappresentano una costrizione, sulla sedia si è limitati a stare così come la sedia lo permette. Per osservare un’opera d’arte, sarebbe ancor più bello far portare agli alunni da casa dei teli, cuscini, disporli a terra e far sì che ciascuno occupi la posizione preferita.
Ecco il risultato del brainstorming su “La Danza” sia dai bambini di 8 anni che da quelli di 12 :
E’ significativo quanto, sia i bambini che i ragazzi, abbiano colto il messaggio di Matisse, seppur nulla sia stato anticipato loro sull’opera. E’ possibile notare, attraverso un confronto tra le due immagini in alto, che la prima cosa percepita dai fruitori, ciò che arriva forte a loro (come alla maggior parte delle persone che osservano “La Danza”) è il senso di unione, qualcuno comprende anche il senso di movimento, la danza, poi, solo per gli adolescenti (perché, a differenza dei bambini, loro hanno la consapevolezza di ciò che provano) si passa alle emozioni, c’è chi prova tristezza, forse perché i volti dei protagonisti sono rivolti verso il basso, o forse perché spesso l’arte è come uno “specchio elastico” che rimanda indietro, accentuandoli, gli stati emotivi provati in quel momento. Forte è anche l’attenzione sul corpo dei soggetti rappresentati dall’artista.
Ecco alcune produzioni:
Grazie per l’attenzione, spero vi sia arrivata l’importanza di questo mezzo.
Se realizzate questa attività o ne prendete spunto per realizzarne altre, potete mostrarmi foto/risultati sulla mia pagina Facebook : https://www.facebook.com/tryourcreativity/
E’ bello condividere ed arricchirsi reciprocamente! Grazie!
Angela Orlando ☼
Manca poco alla Pasqua! Ecco una serie di lavoretti da poter realizzare con i bambini. Idee utili perché possono servire anche dopo la festività ed in questo articolo vi mostrerò in che modo! Una guida dettagliata su come realizzarli, con le relative spese per ciascuno ed un chiaro procedimento mostrato attraverso le foto! Buon lavoro!
MATERIALE:
-Cartone riciclato;
-10 bastoncini di legno grandi (abbassalingua);
-4 bastoncini di legno piccoli (stecche di ghiacciolo);
-uova da decorare
-scarti di cartoncino verde chiaro e scuro o pannolenci;
-un calzino;
-taglierino, tempera per decorare le uova, pennelli, forbici, occhi mobili, colla vinilica o a caldo e spago.
COSTO: ho pagato 1€ ogni 3 uova; le bustine di bastoncini costano 0,70 cent. ciascuna ed ogni bustina contiene dai 30 ai 50 bastoncini (dipende dal luogo in cui le acquistate); le bustine di occhi mobili costano 0,70 cent e contengono circa 15 paia di occhi per bustina.
PROCEDIMENTO:
-Ricavare dal cartone riciclato un quadrato della misura di 14cm x 14cm e tagliare i bordi arrotondati ai primi 4 bastoncini di legno (abbassalingua);
-incollare i bastoncini spuntati, uno su ogni vertice, come mostrato nella foto seguente;
-ricavare da 6 bastoncini grandi, 12 parti come mostrato nella foto che segue;
-incollatene tre per ogni vertice in questo modo ↓ ;
-incollate ora i quattro bastoncini piccoli come per realizzare una staccionata, ed otterrete questo risultato ↓
-Ora realizzate con il cartoncino verde o il pannolenci dell’erbetta che incollerete nella parte interna del vostro steccato (ovviamente, se guidati, tutti questi passaggi possono essere realizzati dai vostri alunni);
-potete inserire dei fiorellini riciclati, comprati o realizzati insieme ai vostri alunni in questo modo:
-ora non vi resta che occuparvi della realizzazione del coniglietto con un calzino tipo fantasmino di color rosa, bianco, grigio, beige o marroncino. I vostri alunni si divertiranno a riempire di farina e sale il calzino. Ecco il procedimento:
-Infine fate decorare uno o più uova ai vostri alunni e ponetele accanto al coniglietto!
Ecco in che modo riutilizzarlo come portapane!:
MATERIALE:
-1 cartoncino bianco formato A4;
-cartamodello a forma di coniglio↓
-piccolo fuoriporta di legno intrecciato di quelli che ora vanno di moda ↓
(costo €1,50)
-dischi struccanti;
-fiori decorativi o pannolenci o, ancora, carta crespa per realizzarli insieme ai vostri alunni;
-uova da decorare (costo: 3 uova 1€);
-tempera e pennelli, colla a caldo o vinilica, forbici e occhi mobili.
PROCEDIMENTO:
-Fate dipingere il fuoriporta del colore preferito dai vostri alunni;
-Realizzate i fiori o utilizzatene di riciclati;
-fate incollare i dischetti struccanti sul carta modello per decorare il coniglietto;
-realizzate anche dei peluche verdi con la lana per simulare l’erbetta↓
-incollate fiori, coniglietto ed erbetta al fuoriporta. Aggiungete, infine, i dettagli che preferite, un uovo decorato ed il lavoro sarà completo!
MATERIALE:
-Uscite fuori con i vostri alunni durante una bella giornata di sole, portateli in campagna e raccogliete dei legnetti! Se non avete tempo per questo, potete trovare scarti di legna da un falegname o taglialegna di fiducia che ve li regalerà!
-procuratevi anche del filo di spago;
-uova da decorare;
-colla a caldo, vinilica, tempera e pennelli, fiori finti.
COSTO: Per questo lavoretto è quasi pari a zero, dovrete acquistare solo le uova da decorare.
PROCEDIMENTO:
-Fate assemblare ai vostri alunni, con i legnetti, una casina come loro la preferiscono. In questo lavoretto l’irregolarità e la diversità renderanno le loro casine uniche e bellissime! (e vi svelo che per questo motivo, è il lavoretto che preferisco!)
-fate dipingere la casina o, se preferite, potete lasciarla del suo colore originale. Procuratevi un contenitore ovale per ricreare con dello spago e con la colla vinilica un nido di uccellino in questo modo:
-ora non vi resta che far decorare le uova ai vostri alunni (io ne ho messo uno), realizzare con un po’ di cartoncino un cartello con su’ scritto “Buona Pasqua”; decorare il nido con fiori finti o rametti di pesco (sempre finti) ed ecco il risultato!↓
MATERIALE:
-Un vasetto riciclato di quelli degli omogenizzati o potete acquistarli (io li ho trovati al costo di 0,70 cent cada uno);
-colla vinilica, a caldo, tempera, glitter bianchi e gialli, cartoncini colorati o panno lenci, occhi mobili.
FOTO PROCEDIMENTO 🙂 :
-Fate divertire i vostri alunni a shakerare i glitter nel contenitore, decorate i vasetti, inserite ovetti di cioccolata in un sacchetto e ponetele all’interno dei vasetti come sorpresa! Ed ecco il risultato finale!
In questo articolo vi ho anche parlato di uova decorate, eccone alcuni esempi realizzati da me per voi 🙂
Buon divertimento insieme ai vostri alunni!
Se realizzate qualcuno di questi lavoretti, potete mostrarmi foto/risultati ottenuti sulla mia pagina Facebook : https://www.facebook.com/tryourcreativity/
E’ bello condividere ed arricchirsi reciprocamente! Grazie!
Angela Orlando ☼
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