Pubblicato in: #decorazioni

LAVORETTI DI NATALE E DECORAZIONI

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Il Natale è alle porte! Ecco tre semplici, innovative e simpatiche creazioni da poter realizzare con i vostri bimbi a scuola o in casa!
BARATTOLO TRASPARENTE CON PAESAGGIO NATALIZIO

OCCORRENTE

-Un barattolo di vetro trasparente;

-decorazioni varie (alberelli in legno, neve finta, perline, glitter, rametti di pino, bastoncini di legno per realizzare le casine e ciò che più adorate!);

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-colla vinilica e a caldo;

-tempere, nastrino.

PROCEDIMENTO

-Stendere sul tappo del barattolo la colla vinilica ed incollare la neve finta sù di essa;

-decorare gli alberelli di legno incollando perline, glitter e/o brillantini;

-realizzare e decorare delle casine con i bastoncini di legno in questo modo:

potete dipingerle con della tempera bianca, il tetto rosso mattone; con un pastello nero realizzare la porta e con i glitter bianchi la neve sul tetto.

-Inserire gli oggetti sulla base del nostro barattolo con la colla a caldo, ultimare con un fiocco/ del nastrino del colore che preferiamo ed ecco l’elegante risultato!

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ALBERELLO CON LEGNETTI:

OCCORRENTE:

-legnetti di diverse dimensioni o bastoncini di legno;

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-piccole palline natalizie o pon pon colorati;

-nastrino del colore che preferiamo;

-colla a caldo;

-gomma crepla glitter per la stella;

PROCEDIMENTO:

-Realizzare un triangolo incollando i bastoncini di legno in questo modo:

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-far passare un nastrino colorato e sottile intorno al nostro triangolo realizzando degli incroci; incollare le palline, la stella sulla punta, qualche decorazione per coprire eventuali imperfezioni ed il lavoro è completo!

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PALLA CACTUS!

Questa che vi mostrerò è una decorazione un po’ più articolata ma ci tenevo a realizzare qualcosa di diverso e simpatico! Una palla cactus!

OCCORRENTE

-Panno lenci verde;

-ago e filo oppure colla a caldo;

-ovatta;

-cartamodello di un cactus da scaricare su google o disegnarlo come più amate;

-una palla trasparente da decorare;

-glitter dei colori che amate;

-spago e colla vinilica;

-colla a caldo;

-fiori decorativi.

PROCEDIMENTO

-Ritagliare sul pannolenci verde due cactus, sovrapporli e cucire i lembi (o incollarli) lasciando aperto il lato inferiore per inserire l’ovatta ed incollarlo sulla pallina;

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-decorare l’interno della pallina con glitter e colla vinilica;

-incollare il cactus con la colla a caldo sulla parte superiore della pallina;

-intingere fili di spago nella colla vinilica ed incollarli intorno alla pallina;

-lasciate asciugare e fissare;

-decorare con colla glitter e fiori ed ECCO IL RISULTATO!

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BUON DIVERTIMENTO!

BUONA CREAZIONE!

E Se ne avete piacere, raccontatemi come è andata!

Angela Orlando ☼

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Pubblicato in: attività per bambini

LAPBOOK DELLE VOCALI

Oggi vi parlo di questo meraviglioso supporto didattico: meraviglioso perchè grazie ad esso finalmente G. è riuscito a memorizzare tutte le vocali e a ricordarle!

Un lapbook o per meglio dire, un libricino “lievemente” interattivo realizzato proprio da G.

Durante la sua creazione l’alunno ha: realizzato le vocali con il das, ripassato il tratteggio della filastrocca* e l’ha memorizzata; scritto le parole all’interno della casina copiandole e colorato le immagini.

*LA CASINA DELLE VOCALI

“Un tetto a punta eccolo qua, sulla casina trovi la A.

E sul tetto la bandiera c’è, sulla casina trovi la E.

Naso sottile, dritto così, nella casina trovi la I.

Due occhi grandi spalancherò, nella casina trovi le O.

Sorriso grande, bocca all’insù, nella casina trovi la U.

Se le hai imparate, ripeti anche tu, A E I O U.

MATERIALE:

-2 Cartoncini A4 colorati;

-1 cartoncino beige per la casina;

-colla a caldo;

-tempere o pennarelli;

-uno spiedino;

-carta bianca.

PROCEDIMENTO:

-Ritagliare dal cartoncino beige una casina a mò di copertina da libro (che abbia un’apertura o frontale o laterale);

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-ritagliare della stessa forma della copertina, i 2 cartoncini colorati A4 in modo da realizzare le pagine; incollarle poi nella casina sul dorso sinistro, con la colla a caldo;

-decorare la copertina della casina con tempere o pennarelli così:

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-realizzare la bandiera a forma di E apponendo una E ritagliata da un cartoncino su un pezzo di spiedino ed incollarlo sulla casina con la colla a caldo;

-incollare su ciascuna pagina un foglietto di carta bianca piegato in 3 parti e disegnare 3 immagini che iniziano per A, 3 per E, e così via;

-scrivere sul retro  la filastrocca tratteggiata.

ORA INIZIA IL LAVORO DELL’ALUNNO! REALIZZERA’ LE LETTERE CON IL DAS, TRATTEGGERA’ LA FILASTROCCA, COLORERA’ LE IMMAGINI E SCRIVERA’ LE PAROLE!

 

 

Buona creazione!

Se vi fa piacere, fatemi sapere com’è andata!

 

 

 

Angela Orlando ☼

 

 

Pubblicato in: Pensieri

Gli ostacoli sono nella testa

 

“Non puoi fare niente. Lei non si muove, non parla.”

Invece devi fare di più,

fare il doppio,

scovare soluzioni dove apparentemente non esistono,

muoverti di più,

parlare per due,

avere una solida ma consapevole speranza,

per donarla a chi si è arreso.

Solo quando avrai fatto tutto questo potrai dire

“non posso far nulla”.

Qualcosa farò

senza nemmeno pensarci troppo, viene naturale.

Sarò gambe per condurti dove non riesci ad arrivare,

e sarai tu ad indicarmi la strada.

Sarò braccia per farti allungare passo dopo passo a raggiungere ciò che fa per te,

darò voce ai tuoi bisogni per farti parlare, griderò per farmi sentire e sarò stanca

ma più ricca per quanto avrò imparato giorno dopo giorno.

Mi hai insegnato il significato più profondo del verbo “sentire”.

Che poter afferrare un oggetto è dono.

Che l’amore non ha barriere né limitazioni.

Che gli ostacoli sono nella testa.

L’amore è diversità accoglienza e libertà.

E la disabilità di chi non riesce a sentire ciò che non puoi (ancora) dire.

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Angela Orlando ☼
Pubblicato in: attività per bambini

Schede vocali per bambini con autismo

Oggi vi parlerò di un supporto all’apprendimento delle vocali per bambini con autismo, ma anche per qualsiasi alunno che mostra difficoltà iniziali con l’approccio alla scrittura.

Grazie all’ispirazione datami da una collega ed amica, anche lei insegnante di sostegno (Francesca) ho realizzato delle schede. Da precisare che come metodologia, per me, le schede sono qualcosa di superato, ritengo che queste, per come sono sviluppate, siano un valido supporto per un iniziale approccio alla scrittura da parte dei bambini che vivono le loro prime difficoltà.

E’ ben noto, ai genitori o a chi ha seguito come insegnante bambini con autismo che essi sono particolarmente affini alle immagini, in particolare il mio bambino adora anche colorare quindi per ogni vocale ho inserito 3 immagini. L’uso di ausili visivi è particolarmente consigliato per questi alunni. Qualsiasi cosa provo ad insegnare al mio G. lo faccio adoperando un vasto uso di immagini.

La mia filosofia educativa ha tra i principi fondamentali la cooperazione, ecco perchè scelgo di condividere questa metodologia con voi e mentre scrivo penso al sorriso di G. che mi vede entrare dalla porta al mattino, mi auguro che il suo sorriso, possa essere anche quello dei vostri alunni.

Ecco le schede:

scheda A

scheda E

scheda I

scheda O

scheda U

Sono schede “atipiche” perchè prevedono l’attuazione di diverse attività: per far sviluppare la manualità preparo dei pezzetti di carta o gomma crepla o carta glitter (per variare potete far applicare anche piccoli pon pon soffici), l’alunno li ritaglia e li incolla lungo la letterina; poi passa il dito su di essa pronunciandola (ad esempio percorrere la A nel suo senso di scrittura dicendo “aaa”) ed infine con la penna può tracciare la lettera e colorare le immagini.

Per comprendere meglio:

 

Buon Lavoro!

Se vi fa piacere, fatemi sapere come è andata!

Angela Orlando ☼

Pubblicato in: #decorazioni

Agenda personalizzata: come realizzarla riciclando

Hai un’agenda che non ti piace?

La vorresti più carina? Più adatta a te ed alle tue preferenze? Allora sei sulla pagina giusta!

Ecco come trasformare un’agenda comune nella TUA agenda!

MATERIALE

-Un’agenda comune che già possiedi;

-avanzi di stoffa, pannolenci o della trama che più ti piace e ti caratterizza;

-forbici, colla a caldo, scotch trasparente, stampa su un cartoncino del tuo logo, di una tua foto o di ciò che ami di più (anche un disegno, io ho disegnato il logo del mio blog)

-filo di spago per segnare la pagina.

PROCEDIMENTO

-Ricava, ritagliandolo, un pezzo di stoffa, pannolenci o del materiale che hai scelto per ricoprire la tua agenda (nel mio caso gomma crepla glitter), della misura adatta a ricoprire tutta l’agenda e mettila momentaneamente da parte;

-incolla con dello scotch trasparente il disegno che hai scelto o la foto, apponendolo nella posizione che preferisci ma sopra la copertina attuale della tua agenda:

in questo modo è come se avessimo plastificato il disegno, lo scotch lo proteggerà;

-ritaglia dalla copertina che hai scelto un pezzo adatto a far vedere il tuo disegno/foto personalizzato;

-inizia ad incollare la copertina dal dorso della tua agenda, inserendo anche lo spago per fare da segnapagine:

-incolla la copertina passando la colla a caldo lungo i bordi. Dona un tocco di personalizzazione ulteriore alla tua agenda inserendo ritagli di oggetti che ami (io adoro i cactus e mi sono ispirata a questi disegnini:

)

ED ECCO IL RISULTATO FINALE!

BUONA CREAZIONE!

Condividete le vostre idee o i vostri risultati su questo blog!

Angela Orlando ☀️

Pubblicato in: attività per bambini

LA MACCHINA DELLE MOLTIPLICAZIONI

 

Durante questi giorni fatti di attese…di rabbia per ingiustizie subite, di lotte iniziate, giorni in cui mi chiedo chissà chi bambino/bambina ci sarà lì ad attendermi…decido di trasformare le mie emozioni in produttività!
Nasce uno strumento, un giochino, sognato da molto, per essere supporto iniziale ad una delle operazioni fondamentali: la moltiplicazione.

 

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La mia idea nasce sulla scia della macchina per le addizioni, mi sono chiesta se si potesse realizzare anche uno strumento per un’operazione un po’ più complessa. Così è nato Simone: il cartone della moltiplicazione!
FINALITA’
La macchina delle moltiplicazioni può essere utilizzata sia inizialmente con tutti i bambini come primo approccio, favorendo la comprensione del senso di questa operazione, ma può essere utilizzata anche a sostegno di quei bambini con difficoltà di calcolo o altre temporanee esigenze.
Simone è geniale perché quando operiamo con lo zero lui fa opportunamente “sparire” il prodotto, è efficace perché conduce, grazie a semplici azioni, alla comprensione dell’addizione ripetuta e di ciò che sono gli schieramenti. In questo modo il bambino non li traccerà sul suo quaderno come un qualcosa di meccanico, ma si sarà appropriato del senso, avrà fatto suo un metodo, sarà più motivato nel suo operare e avrà posto un nuovo e sensato tassello nel percorso della costruzione della sua conoscenza.
COME REALIZZARLA…

 

MATERIALE:

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-11 rotoli di carta igienica;

-un cartone della misura 60×40;

-scarti di cartone da riciclare;

-cartoncini colorati per ricoprire i rotoli (io ho utilizzato due colori diversi per numeri pari/dispari ed il nero per lo zero, elemento assorbente della moltiplicazione);

-colla a caldo, forbici, pennarello, gessetto;

-cartoncini, fogli glitter, panno lenci per le decorazioni (io ho ricreato occhi, bocca e mani);

-bottoni o palline di carta o pasta per moltiplicare;

-matita e gomma per cancellare.
PROCEDIMENTO

-Dapprima decorare i rotoli di carta igienica ricoprendoli con fogli di cartoncino colorati o dipingendoli e scrivendo i numeri da 0 a 10 (ATTENZIONE CHIUDERE IL ROTOLO DELLO ZERO ALL’ ESTREMITA’ IN BASSO COSI’ CIO’ CHE MOLTIPLICHEREMO PER ZERO DARA’ ZERO!);

-incollare una superficie di cartone spesso dietro il cartone che fa da base alla nostra macchina e sulla sua superficie incollare i rotoli da 0 a 10 decorati precedentemente;

 

-decorare la macchina donandole un aspetto più familiare e simpatico. Ritagliare ed incollare gli occhi, la bocca e due lunghe braccia con mani per accogliere!

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Per capire come funziona video su Youtube

 

 

ANGELA ORLANDO ☼

Pubblicato in: Pensieri

Bambini e natura

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Ciascuno di noi ha il suo modo di educare e concepire l’educazione.
La nostra filosofia educativa è frutto di esperienze pregresse, è l’insieme del nostro esser stati educandi, dei metodi adoperati da chi ha avuto cura di noi, strategie che sono entrate a far parte delle nostre azioni, inconsapevolmente.
Il modo in cui educhiamo è anche un mix tra ciò che abbiamo appreso nel nostro percorso di vita, proviene da qualcosa che abbiamo letto ed è entrato a far parte di noi perché “nelle nostre corde” .
Si educa con ciò che si è, con ciò che si fa e si fa fare, in minima parte anche con ciò che si dice.
Personalmente amo che i bambini sin da piccoli possano aver la possibilità di esplorare, conoscere liberamente il mondo che li circonda, sentirsi amati e “sentire”.
Un bambino amato si sentirà libero di rivelare ciò che è, di esprimere il proprio spirito creativo, il suo essere unico.
Esplorare, per me, soprattutto nei primi anni di vita del bambino, è anche far sentire il contatto con la natura, imparare qualcosa a piedi nudi in un prato, sul terreno, nella sabbia. Il contatto con la natura arricchisce le percezioni, l’apprendimento, la crescita emotiva, educa al silenzio ed al rispetto.

“La natura, in verità, fa paura alla maggior parte della gente. Si temono l’aria e il sole come nemici mortali. Si teme la brina notturna come un serpente nascosto tra la vegetazione. Si teme la pioggia quasi quanto l’incendio”. M. Montessori

Le paure degli adulti comportano una iper-protezione dei bambini, che impedisce loro di “vivere” la natura e i suoi fenomeni.

Il ricercatore americano Richard Louv, autore del libro “L’ultimo bambino nei boschi: salvare i nostri figli dal disturbo da carenza di Natura”, sostiene addirittura che i disturbi infantili di deficit di attenzione e l’iperattività con cui spesso sono associati (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, ADHD) siano direttamente riconducibili al “disturbo di deficit di natura”.

Louv è convinto che un bambino che trascorre il 90% del proprio tempo seduto in ambienti chiusi o in auto, fissando un monitor, un libro di esercizi, una LIM o la televisione sia un bambino con una vita non sana. Poco importano il livello della scuola, della dieta e delle attività extrascolastiche.

Giocare in spazi aperti e verdeggianti induce pace, capacità di autocontrollo e autodisciplina: questo è stato confermato dalle ricerche di Louv e di altri studiosi dopo di lui. I risultati ottenuti dagli studi effettuati su bambini provenienti da zone urbane svantaggiate provano che la minima esposizione all’ambiente naturale implementa significativamente le risorse attentive generali e contemporaneamente sviluppa le capacità psicomotorie, favorendo le risorse cognitive di ogni bambino. L’aria aperta e l’assenza di barriere architettoniche permettono la solitudine, il nascondimento, la riflessione e la meta riflessione. I suoni non rimbalzano ma si disperdono, rigenerando le capacità uditive stressate dall’inquinamento acustico. La campagna invita a indugiare, parla dell’attesa, della pazienza e della capacità di fluire coi cambiamenti. Stimola la creatività e l’immaginazione, l’elaborazione di soluzioni alternative.

 

 

 

 

 

Angela Orlando
Pubblicato in: Pensieri

Il coraggio di essere umani

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Nonostante le continue tragedie che da anni la nostra specie perpetua, ho sempre sperato in qualcosa di migliore, un futuro in cui queste ingiustizie diminuissero, invece, mi ritrovo ad osservare che va sempre peggio, non voglio fare un discorso politico o storico, non ne sarei in grado, mi limito ad una riflessione, breve ma pesante e non carica di una forse ingenua ma vitale speranza.

Siamo uomini, cittadini del mondo, non c’è una precisa terra che ci appartiene, c’è solo un mondo che da sempre ci accoglie, nonostante tutto, nonostante tutte le presunzioni dell’essere umano. La presunzione di essere migliore, qualcosa in più delle altre specie, degli altri uomini. C’è una sola cosa che ci rende migliori ed essa è la capacità di amare, di essere umani, appunto. Credo che più una creatura sia indifesa, in pericolo, in difficoltà, più ha il diritto ad essere protetta dall’uomo, dalla crudeltà degli altri uomini e questo lo abbiamo dimenticato…

Chiuderci oggi,  nel mondo della globalizzazione, non ci renderà più ricchi o meno “nguaiat”, non ci renderà intoccabili o migliori ma più deboli, più tristi, meno ricchi, poveri d’animo.

C’è un’altra cosa che mi irrita parecchio ed è che sempre più spesso sento parlare tg, politici, ecc., del dramma di persone in fuga come ingombrante merce da dividersi, si fa a gare tra numeri, tra chi ne ha di meno e chi ne ha di più, ci si dimentica TROPPO facilmente della parte umana e mi pare di esser tornata indietro nel tempo. Le parole hanno un gran peso, connotano una società, spesso si parla con noncuranza, ignorando i danni che parole usate male possono arrecare a chi le ascolta. Le parole entrano dentro in modo silente ma poi in modo prepotente influenzano, diventano parte fondante di pensieri, di generazioni.

Spesso mi sento impotente di fronte a tutto questo, ma poi penso che in realtà è proprio questo sentimento che ci inganna, e allora, nel nostro piccolo qualcosa lo possiamo sempre fare, aprire le braccia, spalancare un sorriso, non arrenderci, provare ad esprimere la nostra opinione, anche se è difficile, anche se richiede CORAGGIO, anche se ci crediamo poco, ma almeno proviamo a darne l’esempio. Non neghiamo la speranza ai nostri figli con un atteggiamento arrendevole. Così come l’essere umano è artefice di tutto il male del mondo, lo è anche di tutto il bene.

 

 

Angela Orlando.

Pubblicato in: attività per bambini

Racconto di un’esperienza formativa “difficile”

Inizio questo articolo affermando che molto spesso, i bambini che si comportano peggio, sono quelli che hanno bisogno di più amore

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Sin dal raggiungimento dell’età adulta mi sono sempre lasciata condurre, come un pulviscolo al vento. Ho colto le occasioni che mi “capitavano” per caso, o per destino o altro…non mi sono mai tirata “indietro” affrontando con curiosità, gioia, talvolta paura, molto spesso coraggio le strade che mi si sono aperte dinanzi. Posso dire che fino ad oggi non me ne sono pentita perché ho sempre imparato qualcosa, per quanto sia stata dura, per quanto mi sia “consumata” nel farlo, ho sempre portato qualcosa “a casa” e per casa intendo la mia persona, il mio essere, ciò che sono oggi, nel mio qui ed ora.

Scrivo questo articolo reduce di un’ulteriore esperienza dalla quale non mi sono sottratta. Una supplenza, la prima, molto breve, in un contesto “assai” difficile, con bambini seguiti dalla stessa insegnante per quasi 2 anni.
Mi sono sentita letteralmente catapultata in un buco nero…ma quanto sono belli i buchi neri! Quelli dove è tutto da scoprire, fino all’ultimo giorno, quando impari ancora e ti accorgi che non ti è bastato, potevi scoprire di più, dare ancora di più. Non importano le notti insonni, quelle trascorse a chiederti “Cosa posso fare??” “Ci dev’essere un metodo!” “Ora provo questa strada…o forse meglio l’altra, o la devo inventare…ah! Ci sono! Farò così” Non importa la stanchezza, quella spazzata via ad ogni ingresso in classe, ad ogni sguardo perso o innamorato, vivo, o da accendere.

Ottenere la fiducia ed il rispetto da bambini traditi, molto spesso, proprio da chi doveva averne cura, era qualcosa che già avevo sperimentato da educatrice (ancora una volta inesperta) ma ai tempi supportata da un’ equipe indimenticabile di “specialisti” o meglio, di portatori sani d’amore vero, quello gratuito…questa volta però, in classe ero sola, ogni decisione, ogni gesto, sguardo, parola, pesava su di me e su dei bambini unici, eccezionali.
Ottenere il rispetto e l’ascolto dicevo, non snaturando la tua persona, non cedendo alla tentazione di strade più semplici, è stata molto dura. Ma in questi pochi giorni più che mai ho scelto.

Ho scelto di non pensare al poco tempo che avevo. Cos’è il tempo? Qualcuno dice che non va misurato in ore e minuti, ma in trasformazioni, ci ho voluto credere e da quel momento, non ho più pensato al tempo e mi sono concentrata solo sul da farsi.

Ho scelto di essere persona autorevole e non autoritaria, che si fa ascoltare non perché “Io sono la maestra e sono superiore” ma perché rispetta lei in primis, ascolta, osserva, dialoga, si impegna, c’è. Avrei voluto più giorni solo perché le prime volte non è andata molto bene. Per far capire tutto questo occorre tempo, per instaurare una relazione educativa c’è bisogno di costanza, soprattutto in questi contesti. E nonostante tutto, ad un certo punto, una relazione si è creata.

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Ho scelto, poi, anche un’altra strada difficile, quella di provare a svegliare la curiosità e non il “dovete fare perché comando io” dei miei alunni “a brevissimo termine”, ho scelto di aiutarli a COMPRENDERE IL SENSO delle cose, sostituendolo al “si fa così punto!”, attraverso dimostrazioni, pratica, azione e movimento. Anche questo è stato molto faticoso.
Ho capito ancora di più che non può esserci insegnamento senza educazione.
Ho utilizzato la Token Economy (strategia che spiegherò per bene in un articolo futuro) e quanto la ringrazio! Ringrazio la Token e chi mi ha insegnato a sperimentarla, essa sortisce un effetto particolarmente efficace in questi contesti e non solo, grazie a regole condivise e da rispettare per stare insieme ed imparare. L’efficacia di questa tecnica me l’ha dimostrata un’alunna che, mediando in un litigio verbale tra due bambini dice:”Uè statev zitt! (tacete) La violenza genera altra violenza!”

Ho scelto anche il gioco, è stata dura perché avevo a che fare con bambini tragicamente più maturi dei loro 7 anni, ma ci ho provato, ho cercato di restituir loro l’infanzia negata e sono stata ripagata dai loro occhi, quando si accendevano al suono delle parole:“Adesso facciamo un gioco!”

A tal proposito e per concludere, vorrei raccontarvi di un bambino, Salvatore, presentatosi a me come “Sasà!. In realtà vorrei raccontarvi di ciascuno di loro, perché tutti mi hanno insegnato qualcosa ma scelgo Salvatore in rappresentanza di tutti.

Sasà non riesce a scrivere perché a scuola in due anni ci sarà andato troppe poche volte, non conoscendo nulla di loro (perché come dicevo sono stata “catapultata”), inizialmente tutto ciò non lo sapevo, al mio:“Facciamo un dettato” il bambino si opponeva con aggressività e tentava di abbandonare l’aula a testa bassa. Sasà si comportava in tal modo perché non era alla portata del compito e non perché bambino cattivo. Quando abbiamo “giocato”, invece, Sasà era il primo ad alzare la mano e succedeva un piccolo miracolo, riusciva anche a leggere! Si, perché i miei giochi erano molto semplici, basati su scritte sopra dei foglietti. Per l’inglese, io mostravo un pennarello ad esempio di colore giallo e loro dovevano pescare la scritta YELLOW.

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Per le tabelline, invece mostravo un numero, ad esempio 24 e loro dovevano dirmi 6×4.

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Vi dirò di più, Sasà in questi giochi rispettava anche le regole, i turni di parola e mi mostrava la sua incredibile intelligenza, finalmente si sentiva come gli altri, parte di un gruppo con gli stessi mezzi.

Sasà è venuto a scuola tutti i giorni in cui ci sono stata. Questo è valso tutti i miei sforzi.

Da questa esperienza ne esco più forte, professionalmente è stata una delle più dure e mi ha messo continuamente alla prova, ringrazio tutte quelle persone che mi hanno dato la forza di perseverare nonostante le difficoltà e le mie paure, quelli che anche solo con una parola mi hanno dimostrato la loro vicinanza. Ai miei alunni di questi 10 giorni dico:

“Ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi…Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire.” Stephen Hawking

 

Angela Orlando ☼

 

Neve

Neve.

Cade danzando dolcemente.

Lasciandosi cullare. Libera.

Elegante e leggero accumulo di cristalli di ghiaccio.

Apparentemente semplici, banali, eppur se guardati molto da vicino complessi, molto.

La neve che al sole rivela ciò che è.

Sua natura primordiale.

Semplicemente acqua.

Oltre le apparenze andare.

Osservare da vicino.

Tacere.

Capire.

ESSERE.

Angela Orlando ☀️