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Sacchetti profuma armadio fai da te

Ben ritrovati amici creativi!

In questo momento avrei dovuto scrivervi dalla casina nuova ♥ che è venuta su’ dopo tanti sforzi e tanto impegno…questo virus ha rallentato anche i tempi di un nuovo inizio con Antonio ♥ ma non ha spento il nostro entusiasmo, anzi! siamo diventati più produttivi!

Dato che ho già iniziato a riporre qualcosa nell’armadio perché (spero) che al prossimo cambio di stagione ci saremmo finalmente trasferiti, ho pensato di realizzare questi sacchetti profuma armadio o profuma cassetti fatti a mano, ecologici e molto carini! L’odore che sprigionano è qualcosa che non posso di certo descrivervi, ma fidatevi! Quando arrivo a scrivere qui su’ è solo per qualcosa che mi ha entusiasmata 🙂

Materiale:

  • Sacchetti in organza del colore che più vi piace (io ho scelto il bianco come l’armadio);
  • zest di limone;
  • 2 cucchiai di riso per ogni sacchetto che volete realizzare;
  • oli essenziali che preferite (io adoro la lavanda e la vaniglia che inserisco spesso nei dolci anche quando non è prevista xD);
  • nastrino per il fiocchetto decorativo.

PROCEDIMENTO

  • Dopo aver lavato ed asciugato i sacchetti in organza, ponete 2 cucchiai di riso per ogni sacchetto che avete deciso di realizzare in una ciotolina dal tappo ermetico;
  • grattugiate un po’ di zest di limone. La buccia del limone contiene anche i suoi oli essenziali che hanno un’azione antibatterica molto utile;
  • fate cadere sul riso 3 gocce di olio essenziale di vaniglia per ogni sacchetto e 2 di lavanda;
  • inserite fiori secchi a piacere (io coltivo la lavanda, quella che ho messo nei sacchetti è frutto del raccolto dello scorso anno). Proprio oggi sono spuntate le nuove spighe e la rinascita, anche di un fiore è sempre un motivo per gioire, un segno di speranza nuova:
  • Chiudete con un tappo ermetico e mescolate bene scuotendo il contenitore.
  • Lasciate riposare per un’oretta. Il riso assorbirà l’umidità dai nostri cassetti/armadio e trattiene le nostre fragranze.
  • Riempite i sacchetti e sentite la meraviglia!!!!

mi era avanzato uno che ho messo vicino alla finestra, sono davvero molto carini e super profumati!

Non mi resta che augurarvi come sempre…

BUONA CREAZIONE!!!

Angela Orlando ☼

Pubblicato in: Pensieri

Bambini e natura

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Ciascuno di noi ha il suo modo di educare e concepire l’educazione.
La nostra filosofia educativa è frutto di esperienze pregresse, è l’insieme del nostro esser stati educandi, dei metodi adoperati da chi ha avuto cura di noi, strategie che sono entrate a far parte delle nostre azioni, inconsapevolmente.
Il modo in cui educhiamo è anche un mix tra ciò che abbiamo appreso nel nostro percorso di vita, proviene da qualcosa che abbiamo letto ed è entrato a far parte di noi perché “nelle nostre corde” .
Si educa con ciò che si è, con ciò che si fa e si fa fare, in minima parte anche con ciò che si dice.
Personalmente amo che i bambini sin da piccoli possano aver la possibilità di esplorare, conoscere liberamente il mondo che li circonda, sentirsi amati e “sentire”.
Un bambino amato si sentirà libero di rivelare ciò che è, di esprimere il proprio spirito creativo, il suo essere unico.
Esplorare, per me, soprattutto nei primi anni di vita del bambino, è anche far sentire il contatto con la natura, imparare qualcosa a piedi nudi in un prato, sul terreno, nella sabbia. Il contatto con la natura arricchisce le percezioni, l’apprendimento, la crescita emotiva, educa al silenzio ed al rispetto.

“La natura, in verità, fa paura alla maggior parte della gente. Si temono l’aria e il sole come nemici mortali. Si teme la brina notturna come un serpente nascosto tra la vegetazione. Si teme la pioggia quasi quanto l’incendio”. M. Montessori

Le paure degli adulti comportano una iper-protezione dei bambini, che impedisce loro di “vivere” la natura e i suoi fenomeni.

Il ricercatore americano Richard Louv, autore del libro “L’ultimo bambino nei boschi: salvare i nostri figli dal disturbo da carenza di Natura”, sostiene addirittura che i disturbi infantili di deficit di attenzione e l’iperattività con cui spesso sono associati (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, ADHD) siano direttamente riconducibili al “disturbo di deficit di natura”.

Louv è convinto che un bambino che trascorre il 90% del proprio tempo seduto in ambienti chiusi o in auto, fissando un monitor, un libro di esercizi, una LIM o la televisione sia un bambino con una vita non sana. Poco importano il livello della scuola, della dieta e delle attività extrascolastiche.

Giocare in spazi aperti e verdeggianti induce pace, capacità di autocontrollo e autodisciplina: questo è stato confermato dalle ricerche di Louv e di altri studiosi dopo di lui. I risultati ottenuti dagli studi effettuati su bambini provenienti da zone urbane svantaggiate provano che la minima esposizione all’ambiente naturale implementa significativamente le risorse attentive generali e contemporaneamente sviluppa le capacità psicomotorie, favorendo le risorse cognitive di ogni bambino. L’aria aperta e l’assenza di barriere architettoniche permettono la solitudine, il nascondimento, la riflessione e la meta riflessione. I suoni non rimbalzano ma si disperdono, rigenerando le capacità uditive stressate dall’inquinamento acustico. La campagna invita a indugiare, parla dell’attesa, della pazienza e della capacità di fluire coi cambiamenti. Stimola la creatività e l’immaginazione, l’elaborazione di soluzioni alternative.

 

 

 

 

 

Angela Orlando