Pubblicato in: attività per bambini

Docenti ai tempi del CoVid19

Riprendo a scrivere su questo blog dopo tanto tempo. Se ci ritorno è perché sento l’esigenza di lasciare in qualche modo una traccia, una testimonianza di quello che in queste settimane stiamo vivendo da cittadini del mondo, da persone indifese di fronte a qualcosa di invisibile ma che può far male, da uomini consapevoli che qualsiasi cosa accada non possiamo fermarci, da insegnanti uniti più che mai in questo momento che “non è di vacanza bensì di emergenza” come ha detto la Dirigente del mio Istituto Comprensivo.
Abbiamo l’OBBLIGO di non sottrarre agli alunni il DIRITTO allo studio, ed è in questo momento che possiamo essere più creativi ed “ingegnosi” che mai.
Bisogna proporre interventi didattici a distanza. Mai come ora possiamo far comprendere il vero valore delle tecnologie a tutti. Mai come in questo momento possiamo per davvero utilizzare gli strumenti che il digitale ci mette a disposizione come punti di forza, strumenti per oltrepassare le barriere, per favorire l’apprendimento di ciascuno, per meglio analizzare i contesti in cui ci ritroviamo ad operare.

…Ieri mio padre mi raccontava che la nonna Angela iniziò ed imparò a fare il pane proprio durante il periodo del colera, quel pane che poi le ha permesso di avere un sostegno economico durante gli anni a venire. Quasi commossa la mia mente ha iniziato a viaggiare, a pensare quanto bene può nascere dai momenti di “crisi” , di “emergenza”.

In questi tempi di Coronavirus sto vedendo ed apprezzando lo sforzo di quelle insegnanti che non hanno molta dimestichezza con la tecnologia perché nate e vissute in un’altra epoca, impegnarsi per non lasciare i loro alunni senza istruzione…è consigliato stare ad 1 metro di distanza ma in questa situazione avverto molta più connessione del solito… almeno per quello che riguarda il mondo dell’Istruzione!

In questi giorni ci siamo interrogati sul concetto di didattica a distanza…
come attuarla in un contesto in cui circa il 20% delle famiglie non ha un PC? Così a venirci in contro è stato il pensiero di utilizzare gli smartphone, se non tutti hanno un PC in casa, almeno uno smartphone lo hanno proprio tutti! Allora abbiamo pensato di trasformare le videochiamate in “videospiegazioni” , la fotocamera ha preso a fotografare pagine di quaderni, abbiamo iniziato a cercare e scaricare giochi didattici! (ci voleva il virus per farci capire che i bambini devono imparare giocando), abbiamo esplorato i video che YouTube ci mette a disposizione per far comprendere alcuni argomenti ai bambini…..

Forse per la prima volta i nostri alunni capiranno per esperienza che lo smartphone non è soltanto uno strumento per giocare o ascoltare musica, non è soltanto quel mostro che, troppo spesso, li priva degli sguardi e dell’attenzione preziosa dei loro genitori, forse capiranno finalmente che lo smartphone può servire ad imparare, a scoprire, può addirittura unirci, tenerci compatti e connessi.

Essere docente di sostegno durante i tempi del Coronavirus mi ha messo di fronte ad una camera, ho dovuto vincere la timidezza, il mio alunno deve capire il concetto di decina, ci stavo provando in vari modi, il cervello dei bambini inizia a comprendere i concetti astratti all’età di circa 9 anni, c’è bisogno di tanta pratica, ho pensato di introdurre il concetto inventando e raccontando una storia, spero apprezzerà il mio sforzo, anche se fatto in “emergenza” , condivido il video anche con voi perché se può essere di aiuto a qualche altro alunno, posso solo esserne contenta:

https://youtu.be/xUTXbWOrbGE

All’ascolto di questa storia vanno poi accompagnate diverse attività, si può pensare alla rappresentazione sul quaderno della storia, alla realizzazione del pesce palla rosso con la plastilina, e poi passare da questo all’abaco, e così via.

È un tempo di ansie, ma questo momento di riflessione su quanto di positivo sta nascendo, mi ha fatto tirare un respiro di sollievo 🙂

Angela Orlando

Pubblicato in: #decorazioni, attività per bambini

4 nuovi e semplici lavoretti per Pasqua

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Ciao a tutti! In questo articolo vi presento quattro nuovi lavoretti pasquali! Dopo quelli dell’anno precedente che trovate cliccando sul seguente link:

Lavoretti per Pasqua, quattro idee utili e davvero carine!

mi sono divertita a realizzarne altri per voi, per colmare le ansie pre-pasquali 😂, e per i miei alunni che, all’unanimità, hanno scelto i coniglietti porta penne!

Di seguito vi indicherò materiale e procedimento!

  1. RECINTO DI UOVA DECORATE

MATERIALE

-6 Bastoncini di legno grandi;

-cartoncino verde e beige;

-colla a caldo o vinilica, forbici;

-pennarelli colorati;

-decorazioni floreali.

PROCEDIMENTO

-Posizionate i 6 bastoncini di legno in modo da formare un recinto ed incollateli;

-disegnate con la matita delle uova sul cartoncino beige e fate divertire i vostri alunni a decorarle con i pennarelli, poi ritagliatele:

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-ricavate dal cartoncino verde un ciuffo di erba delle dimensioni del vostro recinto ed incollate;

-incollate anche le uova e le decorazioni floreali. Concludete con una scritta e del nastrino sul retro per fa sì che la decorazione si possa appendere 🙂

2. CALZI-CONIGLIETTI

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MATERIALE

-Calzini colorati per bambini;

-ovatta;

-occhi mobili;

-colla a caldo, pennarello indelebile misura S, forbici;

-cartoncino rosa e nastrino colorato.

PROCEDIMENTO

-Vi basterà far riempire il calzino di ovatta, chiudere il calzino “ripieno” a poco più della metà ed in alto con del nastrino;

-ritagliare la parte superiore del calzino a forma di orecchie;

-incollare occhi mobili, nasino a forma di cuoricino ricavato dal cartoncino rosa e disegnare una bocca con i baffi!

3. CONIGLIETTI PORTA PENNE

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MATERIALE

-Rotoli di carta igienica cari e sacri a tutte le insegnanti! 😂

-cartoncini di colori tenui;

-cartoncino verde;

-occhi mobili, raffia, colla a caldo e forbici.

PROCEDIMENTO

-Incollate del cartoncino del colore tenue prescelto intorno al rotolo di carta igienica (volendo potete scegliere di dipingerlo);

-dal cartoncino dello stesso colore, ricavate un cerchio di dimensioni poco più superiori alla base del vostro rotolo, per realizzare il viso del vostro coniglietto;

-ricavate anche delle orecchie ed un nasino che i vostri alunni si divertiranno a decorare con pennelli, pennarelli, ritagli di carta o carta regalo con geometrie carine;

-assemblate il tutto, aggiungete gli occhi mobili e la raffia per simulare i baffi del coniglietto;

-infine ritagliate un rettangolo dal cartoncino verde che userete per apporlo come base (incollandolo con la colla a caldo) al vostro portapenne!

4. PULCINO DI LEGNO

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MATERIALE

-Cilindro di legno;

-piume gialle;

-tempera gialla e rosa;

-pennello, forbici, e colla a caldo;

-cartoncino o panno lenci arancione.

PROCEDIMENTO

-Per realizzare questo pulcino di tendenza vi basterà dipingere di giallo una faccia del cilindretto di legno;

-incollare le piume, realizzare gli occhi ed i puntini ed infine potete decidere se incollare al suo retro una calamita o del nastrino per farlo appendere!

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BUON DIVERTIMENTO E BUONA CREAZIONE!

Angela ☼

Pubblicato in: Pensieri

Penna verde o penna rossa? Quale metodo?

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Essere felici non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Papa Francesco

Negli ultimi tempi mi è capitato di guardare un video e, ascoltando diversi coetanei, riflettendo sulla mia esperienza, ho messo insieme alcune idee come un puzzle giungendo a diverse riflessioni che hanno interrogato la mia persona ed il mio essere educatrice ed insegnante.

Il video è questo: video

In esso si invita i genitori a porre l’attenzione sui progressi anziché sugli errori dei propri figli, proponendo il metodo della “penna verde” (evidenziare i progressi) ed eliminando quello della “penna rossa” (evidenziare gli errori). Questo fa sì che un bambino cresca in fiducia e sostegno, venga spronato a perseverare nel dare il meglio di sé, a fare di più.

Ho ripensato a questo video in un momento particolare, ero in difficoltà e faticavo a ricordarmi che quella prova che non riuscivo ad affrontare l’avevo in realtà superata più volte, ma in quel momento, ricordavo soltanto le circostanze in cui non ce l’avevo fatta, davanti ai miei occhi apparivano solo i miei fallimenti. Da cosa dipendeva questo? Spesso, gli insuccessi fanno più “rumore” dei successi, lasciano il segno in modo più evidente nella nostra mente. Chissà perché? Forse perché siamo stati educati con il metodo della penna rossa? Forse perché ci hanno abituato a porre l’attenzione sui nostri errori e non sui passi avanti? Forse le nostre insicurezze di bambini si ripercuotono nella nostra esperienza di adulti e non riusciamo a scorgerle, non riusciamo a tranquillizzare quel bambino che è in noi dicendogli:”Stai andando bene, continua così!”, continuiamo a dirgli, invece che è sbagliato, che ha sbagliato, ha commesso un errore, che magari ha fatto una figuraccia… Ma cos’è un errore?

“Nella vita c’è solo una cosa certa, a parte la morte e le tasse. Non importa quanto ci provi, non importa quanto buone siano le tue intenzioni: finirai col commettere degli errori…” Shonda Rhimes

Un errore è l’allontanamento dai principi logici, dalle cognizioni o dalle regole comunemente accettate. E’ un qualcosa di socialmente costruito l’errore, un costrutto sociale ma anche molto utile. Uno sbaglio è come una guida, serve a far crescere, a comprendere, “aggiustare” il tiro, ritornare in gioco seguendo una strada diversa, forse migliore, lungo la quale magari sbagliare ancora, imparare e ricambiar rotta.

Gli errori però non si condannano, anzi, forse gli errori si, ma le persone no, le persone si incoraggiano, si supportano, si motivano a fare meglio. Mai scoraggiare qualcuno che sta facendo progressi. Come sempre allora e non vorrei essere banale, la verità sta nel mezzo, è bene che le figure educative adottino il metodo della “penna verde” laddove già si scorge un bambino insicuro, con una bassa stima di sé, è bene sottolineare ciò che di buono sta facendo, spronarlo a continuare in quella direzione. Non è bene però, a mio parere, rinnegare gli sbagli, far finta di non vedere, eliminare totalmente il metodo della “penna rossa”. Ciò che conta è non giudicare la persona, non condannarla per l’errore commesso affermando “Sei sempre disordinato!” “Scrivi male!” “Sei un disastro!” ma adottare uno stile diverso, spostare l’attenzione dal soggetto all’azione, trasformare il “Sei..” in “Il tuo quaderno è in disordine” “Ho difficoltà a leggere ciò che hai scritto, potresti renderlo più chiaro?”.

Altra cosa fondamentale ma che molto spesso sento, perché fatti in modo inconsapevole, sono i confronti. Ogni bambino è unico, perché paragonarlo ad altri? “Se l’adulto di cui mi fido mi paragona, vuol dire che non basto, che non sono all’altezza” Questo è desolante per un bambino, lede la sua autostima, lo fa sentire meno amato e probabilmente si confronterà già da piccolo con un sentimento poco sano, l’invidia verso l’altro.

Tutto questo è difficile, è molto difficile perché non siamo stati abituati a tale stile educativo ed, inoltre, continuiamo ad essere immersi in contesti in cui il giudizio e l’invidia sono alla portata di tutti, giudichiamo e condanniamo con le parole, spesso addirittura diamo sentenze perdendoci una parte fondamentale dell’altro: l’incontro con lui, la sua conoscenza.

E’ faticoso essere figure educative anche perché dovremmo apprendere l’arte della delicatezza, del dare valore alle parole, dosarle con attenzione per non ferire i nobili sentimenti e gli immani sforzi che un bambino fa per imparare a stare al mondo, per adattarsi e crescere.

Tra genitori, insegnanti, nonni, specialisti, ciascuno con la sua diversa ideologia educativa i nostri bambini sono sempre più confusi, è necessario lavorare per creare alleanze educative, seguire una linea comune e dialogare, non opponendosi a quanto fatto o detto da una delle su’ citate figure, magari anche davanti ai bambini, è devastante per la loro crescita e nei confronti della loro maturità.

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L’imprevisto. Pittura acrilica di Aurora Mazzoldi.

Infine, a tutti quegli insegnanti in conflitto con una delle imprese a mio parere più ardue, quella della valutazione, vorrei dire che molto spesso, dovremmo soffermarci di più sugli sforzi e non solo sui risultati. Ciò che conta non è tanto il risultato raggiunto ma è il percorso affrontato nel raggiungerlo, sono gli ostacoli incontrati e la forza messa in campo per affrontarli che dobbiamo valutare. Attenzione, valutare, non giudicare.

ANGELA ORLANDO ☼